“Condividere è prendersi cura?”
The Circle
Il nostro personale percorso di riflessione sulla complessità del mondo digitale: Il Futuro non ti Aspetta!
E’ una domenica di un pomeriggio soleggiato, luminoso e con un cielo splendido!
La mia compagna Ersilia ed io siamo sul terrazzo di casa e facciamo delle riflessioni confrontandoci su un film appena visto su Netflix.
The Circle di James Ponsoldt (2017) è la storia di una ragazza, Mae, che inizia a lavorare per un’importante società che gestisce il più grande Social Network del mondo.
Ben presto il contesto in cui vive finisce per apparire come magico ai suoi occhi: Ambiente luminoso, ampia scrivania e poi prati, campi da gioco, attività organizzate.
Il prezzo di tutto ciò?
La progressiva rinuncia alla privacy a favore della trasparenza totale, con la pretesa di mettere in condivisione sul web ogni minuto della propria vita, come se quella fosse la chiave per costruire un mondo più autentico e senza bugie.
Condividere è prendersi cura?
Naturalmente ci siamo posti una serie di domande relative alla tematica del film.
Inanzitutto abbiamo provato un certo sollievo nell’uscire all’aperto sul nostro terrazzo, al tepore del sole.
Ripensando al film, questo ha suscitato in noi un senso sottile di ansia: Il film, nel suo descrivere l’oggi, è assolutamente realistico!
La logica con cui opera l’azienda e le sue scelte fatte nel film sono probabilmente le stesse che mettono in atto quotidianamente i giganti del web.
Un Ragionevole Dubbio…
Insomma, se la prima reazione è stata quella di allontanare il telefono, chiudere i social e ritirarsi in un moderno eremitaggio, il confronto sincero tra me ed Ersilia ci ha permesso di razionalizzare ed analizzare quanto visto in profondità.
A cena Ersilia ha espresso il suo pensiero di quanto fosse importante “Instaurare un rapporto equilibrato con le nuove strategie di Comunicazione”, in modo da non esserne assoggettati, ma sfruttandone le potenzialità in positivo.
Io stesso ho pensato che l’uso della tecnologia è socialmente utile, ma allo stesso tempo un uso egoistico, profittevole e dannoso farebbe alquanto male.
The Circle pone alcuni interrogativi sul reale valore della privacy, suggerendo una rinuncia completa ad uno spazio privato e nascosto.
Condividere è prendersi cura?
Il condividere tutto (passioni, abitudini, luoghi, istante per istante) può portare il grande vantaggio di vivere al sicuro, protetti dal costante sguardo del mondo su di noi.
Nel film si immagina una realtà simile ad un gigantesco Social Network:
- In cui non esistono momenti intimi e personali,
- Nel quale siamo costantemente spiati,
- Dove ogni decisione, ogni informazione confidenziale deve essere condivisa in rete per il “Bene di tutti”.
È facile immaginare come dietro quest’intenzione apparentemente nobile, si celi ahimè un lato oscuro dalle conseguenze incontrollabili!
Il Test Sociale
“Pensando al Covid-19 avremmo mai ipotizzato a quanta libertà siamo disposti a rinunciare per sentirci più sicuri?”
Confrontandoci, è emerso che per noi la privacy, il nostro spazio privato, sono fondamentali, perché rappresentano il momento della meditazione.
Quel luogo del non-palcoscenico in cui l’uomo può misurarsi con se stesso, provare a cambiare, cercare soluzioni nuove, darsi il tempo della riflessione senza la necessità di una reazione immediata.
Sempre più oggi si tende ad associare l’avere un segreto con il voler mentire.
Ma è davvero possibile per l’uomo non avere segreti?
Non è forse insito nella sua natura profonda, nel suo stesso impianto?
Confrontandoci, è emerso che la trasparenza assoluta ci sembra illusoria, un qualcosa di realizzabile solo a patto di mostrare la superficie ed ignorare la profondità che ciascun essere umano ha in sé:
“L’intimità è un privilegio da custodire e la sua condivisione è una mia scelta personale.”
Ma allora dovremmo smettere di Comunicare?
La comunicazione tecnologica e via social è o meno un veicolo di una vera relazione tra persone?
Probabilmente la risposta sta proprio nell’uso sano ed equilibrato di questi potenti strumenti, che possono tanto alienarci, quanto permetterci di conservare e coltivare importanti relazioni a distanza un tempo impensabili e nonostante la frenesia della vita di oggi.
“Del film mi ha colpito la rappresentazione delle ambivalenze, come il confine tra potere e limite della tecnologia, che non ti fa maturare un giudizio rigido e conclusivo ma continua a metterti in discussione, non solo durante la visione del film ma anche nelle riflessioni post visione”.
“Questa esperienza ci ha arricchiti, anche se trovo una certa fatica a spenderla con altri al di fuori del contesto familiare.”
Ciò che mi ha colpito è che il film non prende una posizione unilaterale sul discorso della privacy.
Inoltre, mi ha fatto capire che posso aprirmi di più verso le nuove generazioni e la loro naturalezza nell’essere social, mentre alcuni ne vedono solo gli aspetti negativi.
Questo ha reso ancora più interessante lo sviluppo del nostro lavoro, per lo svolgimento del quale mettiamo il cuore con tutti i nostri clienti.
Per usare l’espressione di una scena del film, abbiamo fatto nostra una frase che da oggi in poi sarà come un mantra:
“Condividere è Prendersi Cura”.
The Circle mostra tutta la problematicità di un certo modo tipico del mondo digitale di prendersi cura dell’altro, che può diventare violento quando pretende di sostituire completamente il modo più normale della relazione “dal vivo” con l’altro.
Forse quindi, poiché non tutte le forme della condivisione sono equivalenti, non tutte costituiscono un prendersi cura ugualmente autentico.
Ho pensato al bisogno che abbiamo, in quanto uomini, di luoghi che incentivino il confronto, che acuiscano in noi la consapevolezza della possibilità positiva che l’incontro con l’altro costituisce.
Ci sono luoghi preziosi di condivisione reale e quindi di cura.
Per essere “Umani” dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri.
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Emanuele Graniglia
CEO e CO-FOUNDER di EG PRO
Imprenditore nel Food da oltre 35 anni, formatore ed esperto in Comunicazione Digitale.
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